Cooperativa Sociale Il Simbolo
Si dice che vincere è difficile, ma ripetersi nella vittoria lo è ancor di più. E così è stato il 12 Aprile quando nella suggestiva piazza Garibaldi, si è avuta la replica dell’evento conclusivo relativo al laboratorio del Teatro dell’Oppresso, condotto da Alfredo Meschi che ha visto come protagonisti gli ospiti e gli operatori del dormitorio comunale di Livorno.
Il Teatro dell’Oppresso, come veniva scritto in sede di presentazione dello spettacolo, dalla Assistente Sociale Loredana Bertagni , _ha dato questa opportunità…condividere…trovare un luogo dove poter sperimentare quello che vuol dire vivere la realtà del dormitorio, della strada…insieme a chi lavora costantemente con uomini e donne che sono alla ricerca di un senso…una casa …di un luogo dove trascorrere delle ore…al riparo dal freddo…dalla solitudin_ e.
E tutto questo è stato portato ieri sera sulla scena con veri spazi di vita vissuta . Sono state rappresentate la rabbia, la rassegnazione, lo sconforto, la ” follia”, il dolore di chi si trova a vivere una condizione di fragilità che lo ha condotto a vivere per strada. Tutto questo, insieme alla fatica, all’ impegno, alla frustrazione degli assistenti sociali e degli operatori del dormitorio, che cercano in tutti i modi di aiutare chi vive una situazione di grave disagio.Questi vissuti sono andati in scena ieri sera, in un alternarsi di ruoli giocati da bravi attori e da un pubblico che ancora una volta è diventato a sua volta attore e protagonista . Tutto questo come ha sottolineato lo stesso regista, per
_conscentizzare e rendere partecipe di un problema._ Questo il senso dello spettacolo di ieri sera nella bellissima e suggestiva piazza Garibaldi a Livorno. Uno spettacolo che ancora una volta ha divertito, fatto riflettere ed emozionato.
E la voce di chi ha recitato, è stata più forte del traffico e degli inevitabili rumori della piazza. E ci auguriamo che queste voci, siano più forti anche della indifferenza che spesso esiste intorno alla realtà di chi vive condizioni di solitudine ed emarginazione.
Ieri sera uno splendido tramonto ha salutato la fine dello spettacolo, siamo sicuri che non tramonteranno mai l’ impegno e la determinazione di quanti si adoperano per creare condizioni di vita dignitose per tutte quelle persone che vivono situazioni di sofferenza che anche ieri sera è stata così ben rappresentata. Spettacoli come questo, aiutano molto e speriamo che in qualche modo possano ancora continuare.
Alla fine dello spettacolo, tutti uniti sul palco in un grande Abbraccio, con il desiderio e la speranza di poter dare una nuova direzione alla propria esistenza ed al proprio difficile lavoro quotidiano
Bisogna ringraziare ancora una volta in particolare Daniele Bavone , Alessandro Carta ,Loredana Bertagni e tutti coloro che hanno reso possibile questa serata per aver creduto in questa spettacolo e perché grazie a questo loro prezioso impegno, il Sefa vuole essere sempre di più un porto sicuro di approdo per coloro che vivono grandi difficoltà ed uno spazio aperto di riflessione e di cultura per dare voce a chi non ha voce.
