La serata svoltasi ieri sera al Teatro delle commedie di Livorno e’ stata veramente unica ed emozionante. È stato portato in scena non uno spettacolo, ma veri spazi di vita . La giusta distanza che ci deve essere fra chi fa delle richieste di aiuto e chi per il suo ruolo, è chiamato a rispondere a tali richieste, ieri per una sera si è dissolta. Ieri sera infatti è andato in scena la rabbia, la rassegnazione, lo sconforto, la ” follia”, il dolore di chi si trova a vivere una condizione di fragilità che lo ha condotto a vivere per strada. Tutto questo, insieme alla fatica, all’ impegno, alla frustrazione degli assistenti sociali ed degli operatori del dormitorio, che cercano di ” arrampicarsi sugli specchi ” ( come è stato detto) per cercare di aiutare chi sta male.Questi vissuti sono andati in scena ieri sera in un alternarsi di ruoli giocati da bravi attori e da un pubblico attivo che è diventato a sua volta attore .E per una sera ” persone fragili’ ed operatori sono stati accomunati dal desiderio di andare oltre una quotidianità complessa e spesso opprimente . Tutto questo insieme, come ha sottolineato il bravissimo regista, in una logica di condivisione di sentimenti, emozioni ,possibilta’ e limiti . Alla fine dello spettacolo, tutti uniti in un cerchio con il desiderio e la speranza di poter dare maggior senso alla propria esistenza ed al proprio lavoro.
Bisogna ringraziare in particolare Daniele Bavone , Alessandro Carta ,Loredana Bertagni e tutti coloro che hanno reso possibile questa serata per aver creduto in questa spettacolo e perché grazie a questo loro prezioso impegno, il Sefa sta diventando non solo un luogo di inclusione sociale , ma anche uno spazio aperto alla cittadinanza e un luogo di riflessione e di cultura.