Rispetto alla grave aggressione subita questa mattina dai partecipanti alla manifestazione pro Palestina, esprimiamo la nostra solidarietà alle ragazze e ai ragazzi coinvolti e condividiamo la posizione espressa da Don Armando Zappolini :
“Molta rabbia, accompagnata dalla frustrazione, è questo il mio stato d’animo davanti alla caricadei manganelli della Polizia su giovani che stavano manifestando pacificamente contro unterrorismo a due binari: quello barbaro di Hamas e quello istituzionale di Israele”.Sono le parole di don Armando Zappolini, sacerdote impegnato da anni in lotte sociali e civili,dopo la reazione violenta della Polizia contro il gruppo di studenti in corteo a Pisa per unamanifestazione pro Palestina.“E’ un’azione inspiegabile – continua don Zappolini – quella portata avanti contro questi giovaniche non hanno avuto nessun atteggiamento aggressivo e distruttivo, ma semplicemente stavanofacendo sentire il loro dissenso contro una guerra scatenata da due parti che utilizzano terrore eviolenza, seminando morte e sofferenze inaudite”. Che società è questa? – si domanda – “dopo i fatti del G8 di Genova del 2001, dei quali insieme atante altre persone dei movimenti toscani sono stato testimone e che mi e ci hanno provocatotanto dolore, pensavo di non dover più assistere a queste scene, invece tutto si ripete: comeallora mi chiedo chi abbia dato l’ordine ai poliziotti di caricare. Sono veramente ‘incazzato’,perché questo è uno Stato che non ha imparato nulla!”.Don Armando Zappolini manifesta anche il suo senso di frustrazione: “non so più che pensare diuno Stato che aggredisce giovani che manifestano pacificamente, svuota il walfare di tutte lerisorse necessarie per un sociale sostenibile e al servizio dei cittadini in difficoltà e amplifica lepovertà della gente attraverso il sostegno a un gioco d’azzardo ‘legalizzato’”.“Ma me la prendo anche – conclude – con una politica che, davanti a tutto questo, non riesce ainsorgere con forza, a essere portavoce di un sussulto trasversale e a dire basta! Bastaretrocedere, contenere e ignorare, ora c’è bisogno di scegliere da che parte stare”.“E la mia parte non è certo quella di uno Stato che manganella giovani studenti che hanno il diritto costituzionale di manifestare liberamente il loro pensiero”.